Collana Narratori Stranieri Bompiani,
traduzione di Rita Desti
« L’undici novembre 1997, Veronika decise che era finalmente giunto il momento di uccidersi. »
Questo l’incipit del romanzo di Paulo Coelho, Veronika decide di morire.
Il libro racconta le vicende di Veronika a partire dal suo tentativo di suicidio, ripercorrendo le vicende umane e relazionali, motivazioni striscianti, alla base e dietro questo gesto estremo. Un gesto che Veronika è risoluta a portate a termine, nonostante il ricovero in una clinica, successivo al suo tentativo di togliersi la vita.
Siamo a Lubiana, Slovenia, un piccolo paese nel cuore dell’ Europa, sconosciuto ai più. Veronika, una ragazza di 24 anni, non ha problemi: gode di buona salute, ha un lavoro, tanti corteggiatori ma non è felice della sua vita, decide che è giunto il momento di farla finita con tale insopportabile monotonia.
Così ingoia alcune scatole di tranquillanti e si abbandona al suo destino. Si risveglierà nella esclusiva clinica privata per malati di mente “Villete”, dove viene a sapere dai medici che in seguito al suo tentativo di suicidio il suo cuore è stato gravemente danneggiato e dunque che il suo destino è segnato. Veronika, suo malgrado, inizia a conoscere quella strana realtà che è Villette e i personaggi che vi vivono, che non hanno paura di dire ciò che pensano, perché in fin dei conti sanno di essere considerati “pazzi”. Con loro instaurerà un particolare rapporto di sincerità, provando sensazioni che non aveva mai conosciuto prima e scoprendo parti segrete e sconosciute di se stessa.
Questo romanzo di Coelho, di facile e veloce lettura, è un’interessante e originale visione del mal di vivere o della sindrome che avvelena molte vite normali ben inserite nella società, nel lavoro, nelle relazioni. Che cosa si nasconde dietro questa piatta normalità? Vale la pena leggere il libro per approfondire la questione.
Si tratta anche di una critica e lucida lettura del trattamento psichiatrico, che spesso marginalizza e stigmatizza più che curare, nel tentativo di conformare le persone a norme e parametri che, più che con la salute mentale, hanno a che vedere con il perbenismo e con un’acquiescenza non disturbante.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati