Turno di Notte

Marco Anzovino
Turno di notte – Edizioni Biblioteca dell’Immagine

“Le vite sono materiale fragile, vanno maneggiate con cura. Tenerle tra le mani ti può dare un senso di potere enorme ma la consapevolezza che basta poco per danneggiarle, può terrorizzare. A volte quando se ne spezza una, non puoi più ricomporla. Per mettere insieme tutti i pezzi ci vuole tempo, e pazienza, tanta pazienza.” (Cit. pag. 128).

Non sarò affatto obiettiva nel parlare di questo lavoro, un progetto editoriale e musicale di Marco Anzovino. Non lo sarò per diverse ragioni.

Il cantautore e scrittore, Marco Anzovino è un caro amico, oltre che stimatissimo collega, e il tema di cui tratta in questo libro non può lasciarmi indifferente, dato che vi ho lavorato nella struttura terapeutica di cui parla Marco, Villa Renata di Venezia. Dunque, impossibile per me essere obiettiva, non potrei e forse non vorrei, esserlo.


Questo lavoro è prezioso per diverse ragioni.

Perché racconta storie di sofferenza ed emarginazione che ci circondano ma chissà perché facciamo fatica a, o non vogliamo, vedere. Sono le storie dei nostri giovani e restano spesso invisibili agli occhi dei più.
È prezioso perché parla di redenzione. Perché uscire dall’inferno della tossicodipendenza non è una semplice guarigione dalla malattia, attiene all’area esistenziale e implica una vera e propria rifondazione dell’essere, dell’esistenza. È una fatica immensa e reale, è un percorso aspro, duro ed accidentato. Ma si può fare, si può vincere e si può rinascere.
Poi, in realtà dà voce anche alla fatica quotidiana, al duro lavoro di trincea, al lavoro immane dell’operatore, degli operatori delle comunità. E questo ben si coglie nella narrazione.

Spesso mi è stato chiesto: ma come funziona in una comunità?

Cosa fanno gli operatori e cosa fanno i ragazzi? La risposta è semplice e complessa ad un tempo.
Difficile comunque rendere la complessità di un lavoro multidimensionale quale quello della comunità terapeutica, che altro non è che un gruppo, una micro-società, una comunità, appunto. I piani di lavoro sono tanti e diversi: dal quotidiano gesto, alla rielaborazione e rimaneggiamento simbolico nella psicoterapia individuale e di gruppo. Si lavora sulle relazioni e si lavora nella concretezza dei gesti quotidiani. E garante di questa cura è l’equipe multi professionale degli operatori, il suo funzionamento permette alla comunità di essere davvero terapeutica. Terapeutica e non di recupero, orribile aggettivo che richiama a qualche scarto a qualche cosa di gettata via e da recuperare, sebbene molto vi sia nelle vite di queste persone che richiama al buttarsi via, nell’essere senza valore, rifiuti della società. Essere terapeutici è anche recuperare alla dignità dell’esistenza, queste persone, questo sì.
Ecco, di fronte a questa domanda, in futuro risponderò: leggi Turno di notte e capirai: entrerai anche tu in una comunità. Per un attimo sarai lì con l’operatore, nella solitudine di un turno di notte, in una strana sospensione del tempo e delle regole sociali. Sarai con i ragazzi che litigano per il film da vedere o che rivendicano una colazione al Nesquik. Sarai lì con le loro fragilità e loro trasgressioni, ne sentirai la rabbia ed il terrore.
Forse però la cosa più preziosa che questo libro ci regala è davvero la passione e l’entusiasmo contagiante che Marco sa porre in ciò che ama, in ciò in cui crede, caparbiamente. E la magia, il miracolo della musica non possono che testimoniare di questo.

Tre ragazzi, tre testimonianze narrate anche in prima persona.

Tre storie emblematiche che si intrecciano e che sono accomunate da un silente e profondo disagio. Tre storie che si incrociano in un percorso che risulterà trasformativo. Tre storie e le loro canzoni.
Il libro scorre veloce: è crudo, realistico ma anche molto divertente e, a tratti, lirico. Cattura il lettore col suo ritmo veloce, leggero e ironico.
Questo libro, così come la musica che lo accompagna, li consiglio soprattutto a chi pensa che questo argomento non lo riguardi. Perché di fatto, io credo, ci riguarda come educatori, come genitori come insegnanti. Come persone cui sta a cuore il destino delle nuove generazioni.

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