Ansia, che fare?

Tutti abbiamo avuto dei momenti in cui ci sentivamo particolarmente ansiosi e un po’ d’ansia è normale e adattiva nella nostra vita.
Quando parliamo di disturbi d’ansia intendiamo, in genere, una serie di problemi, anche molto diversi tra loro che vanno dall’ansia generalizzata al disturbo post traumatico da stress, alle varie fobie e ansie sociali e anche al disturbo ossessivo e compulsivo.  Tutti questi disturbi sono caratterizzati dal fatto che c’è un tentativo, non molto ben riuscito, di gestire o controllare una situazione, spesso non presente o inconscia, che è vissuta come molto stressante e potenzialmente minacciante.

L’ Ansia Generalizzata: che cos’è?

È un disturbo molto diffuso nella popolazione, visto che dal 2% al 4 % ne soffre e le donne sono da due a tre volte più colpite rispetto agli uomini. Per capire questo disturbo, la parola chiave è preoccupazione. Vediamo i seguenti esempi:

Ce la farò a portare a termine questo progetto???… Ho la capacità per svolgere questo compito? Sarò valutato positivamente?”

Avrò scelto la scuola giusta per i miei figli??? Sono un buon genitore? Cresceranno con problemi perché ho poco tempo per seguirli..???”

E se arrivo tardi…??? temo di non svolgere in tempo il mio compito…”

Il denaro può non bastare….Riuscirò a vendere la casa in tempo per il trasloco..???”

Preoccupazioni  eccessive, insistenti, ricorrenti e onnipresenti… Cerchiamo di liberarcene ma non ci riusciamo… e sono stancanti: consumano il corpo, abbattono l’umore e interferiscono col sonno.

Ecco, molto sinteticamente questo è il disturbo da ansia generalizzata: un intreccio di eccessive preoccupazioni ricorrenti sui vari aspetti della vita e del quotidiano, accompagnata da una serie di sintomi fisici. Il disturbo da ansia generalizzata è sostanzialmente una preoccupazione o ansia eccessive rispetto al motivo della preoccupazione o ingiustificabili rispetto a questo.
Preoccuparsi, essere ansiosi non solo è una reazione normale ma alle volte è necessaria per un sano e adeguato adattamento all’ambiente e alla società. L’ansia patologica si manifesta, così come l’ansia normale, in modi molto diversi, sia sul piano fisico che su quello mentale. Oltre che essere molto variabili, i sintomi cambiano col tempo e oscillano, facendo sì che la persona in certi momenti si senta molto bene e libera dai sintomi e in altri si senta piuttosto male. Nei momenti in cui la persona ansiosa è libera dai sintomi, cosa che può durare da alcune ore ad alcuni giorni, ha il vissuto e la netta sensazione di essere guarita e liberata dalla stretta dell’ansia.

Uno dei modi per differenziare l’ansia generalizzata dall’ansia normale è valutando la durata dei sintomi. L’ansia normale si circoscrive ad una situazione ben precisa e, anche se una situazione stressante e ansiogena non cambia e o non si risolve, la persona tende ad adattarvisi e a tollerare meglio la tensione, abbassando il livello di disagio col passare del tempo, nonostante la problematica che sta all’origine dell’ansia non si sia risolta.

I sintomi che generalmente si presentano sono i seguenti:

1) Irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle;

2) facile affaticabilità;

3) difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria;

4) irritabilità;

5) tensione muscolare;

6) alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o sonno inquieto e insoddisfacente).

Tali sintomi devono avere un impatto invalidante nella vita della persona, nella sua sfera lavorativa, familiare e sociale. Vedi i criteri secondo il DSM IV.

Nota: Siccome lo stato di ansia influisce e distorce la visione che la persona ha di sé e del mondo, è importante che la diagnosi venga fatta da uno specialista. Pertanto le informazioni riguardanti l’ansia e le sue manifestazioni di per sé non sono sufficienti per fare una diagnosi seria!

Le richieste di aiuto in questo tipo di problemi curiosamente non riguardano la preoccupazione eccessiva che, in genere, è culturalmente letta come un sintomo di responsabilità e di maturità e nemmeno la caduta nella qualità della vita e delle relazioni di coloro che ne soffrono. Di solito le richieste di aiuto passano attraverso una serie di sintomi fisici: stanchezza tremenda e inspiegabile, agitazione, irrequietezza, dolori muscolari e perturbazioni del sonno… difficoltà di concentrazione e una indecisione permanente… una difficoltà estrema nel prendere decisioni, e infine un malessere generale che apparentemente è senza spiegazioni.

Alla base di questo disturbo si trova fondamentalmente, una grande difficoltà a gestire l’incertezza della propria vita, che si allea ad alcuni errori di ragionamento, nel senso che si assumono presupposti sul valore e sull’adeguatezza della preoccupazione, sul livello di rischio, e sul controllo coinvolti nelle situazioni quotidiane, che sono totalmente distorti e spostati in senso negativo. Il riduzionismo nelle valutazioni dei risultati possibili sono spostati in senso pessimistico e tendono a essere estreme e catastrofiche.

Inoltre è facile trovare difficoltà in alcune competenze importanti per il benessere e che riguardano la gestione della vita quotidiana. Un esempio per tutti è la difficoltà a prendere decisioni, o meglio l’indecisione cronica e l’angoscia di fronte alla necessità di dover fare delle scelte. Questa tra l’altro è la lamentela più frequente portata da coloro che soffrono di perturbazione dell’ansia generalizzata.

Un altro fenomeno che osserviamo frequentemente è l’evitamento sistematico delle situazioni che generano ansia. Un effetto di tale evitamento è la procrastinazione: il rimandare continuo dei compiti devono essere svolti.
Il disturbo da ansia generalizzata è progressivo: senza un adeguato trattamento, tende a peggiorare soprattutto in situazioni di stress. Spesso i quadri di ansia generalizzata sono aggravati dalla presenza di altri disturbi come  problemi depressivi, disturbi da panico, uso di sostanze stupefacenti o abuso di psicofarmaci, e situazioni mediche generalmente associate allo stress come la sindrome del colon irritabile.

La diagnosi deve essere obbligatoriamente eseguita da uno specialista, psicologo clinico o psichiatra, visto che è facile confondere questo disturbo con altri quadri ansiosi. È un disturbo molto diffuso nella popolazione visto che dal % 2 al 4 % ne soffre e le donne sono da due a tre volte più colpite rispetto agli uomini. Una adeguata diagnosi è fondamentale per studiare un trattamento psicoterapico efficace.

Spesso sono usati farmaci ansiolitici nel trattamento di questi quadri ansiosi ed essi hanno un effetto certamente adeguato, a breve termine, nel controllo della sintomatologia ansiosa ma a lungo termine, oltre che a perdere di efficacia per un effetto di assuefazione, possono portare a spiacevoli effetti di dipendenza, dal momento che le Benzodiazepine sono psicofarmaci con elevato rischio di dipendenza.

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